Caro direttore,
sono sempre più colpito dal fatto che illustri editorialisti, presidenti di istituti di politica internazionale, scrittori, cronisti, e anche semplici conduttori televisivi esprimano certezze assolute su chi è il buono e chi il cattivo nel pericoloso e complesso scenario di guerra che sta travolgendo il mondo.
È pure assai difficile dialogare, perché appena si prova ad esprimere un pensiero alternativo a quello unico che viene fatto circolare con imponenti mezzi, si viene accusati di essere complottisti, reazionari, fascisti, no-vax, antisemiti, putiniani, e quant’altro. Qualunque stigma viene buono per zittire chi osa sfoderare un po’ di senso critico.
Bando alle certezze, proviamo a fare delle ipotesi. Poniamo che il Deep State esista. Poniamo che il fondo di investimento in cima alla piramide (BlackRock) abbia da solo un giro d’affari pari al Pil del terzo Paese del mondo dopo Cina e America (cifre controllabili). Poniamo che grazie al suo immenso potere finanziario (in parte derivante dall’industria delle armi) si immischi nelle relazioni tra Stati fomentando guerre, terrorismo, pandemie, migrazioni di massa. Poniamo che abbia deciso di ridurre la popolazione mondiale, riducendo gli uomini a esseri abulici che “non avranno nulla e saranno felici” (Klaus Schwab).
Ma attenzione, queste non sono ipotesi, sono tesi pubblicate e diffuse proprio da Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum, e dal suo intellettuale preferito, lo storico Juval Noah Harari. Schwab si è pubblicamente vantato di essere riuscito a inzeppare i governi, le istituzioni e i vertici delle grandi multinazionali di uomini a lui strettamente fedeli: Trudeau, Rutte, Fink, Macron e molti altri, tutti grandi sostenitori del globalismo e di una Nato attivamente belligerante, e della necessità di costituire un esercito europeo in grado di contrastare l’orso russo.
Bene, da informazioni accuratamente verificate, si apprende che il Deep State sta commettendo errori per aver corso troppo. L’ideologia dietro al riscaldamento climatico comincia a traballare, 1900 scienziati (non sponsorizzati) hanno appena dimostrato per tabulas che il riscaldamento esiste, ma solo in minima parte è di origine antropica: per cui le soluzioni proposte con le transizioni cosiddette green e tutto il resto, si rivelano delle toppe peggiori del buco. Una per tutte, basti citare l’insuccesso dell’auto a trazione elettrica, che gli stessi produttori, inizialmente spinti da massicci incentivi, stanno dichiarando praticamente irrealizzabile.
L’insistenza con la promozione della fluidità sessuale sta cominciando a stancare i cittadini: come ormai tutti sanno, la Budweiser, la marca di birra più popolare d’America, ha perso 27 miliardi di dollari in Borsa in seguito al boicottaggio dei consumatori irritati per la presenza di una modella transgender sulla lattina della BudLight. Anche la Disney riscontra gravi perdite dovute ai film eccessivamente ispirati alle teorie woke. Promuovendo le sanzioni alla Federazione Russa, non si è ottenuto nulla, anzi. Il PIL russo è invece cresciuto assai, mentre la Russia e la Cina ora promuovono l’adesione di un crescente numero di Stati al gruppo dei BRICS. Con il risultato di aprire uno scenario che prevede la fine del dollaro come moneta di riferimento e conseguente fine dell’impero americano.
Nel frattempo, chi non ha il prosciutto sugli occhi si sta accorgendo che alla guida dei Paesi più importanti dell’Occidente non ci sono più statisti di vaglia, ma servizi segreti. In testa il MI6 per il Regno Unito, il Mossad per Israele, la CIA per l’America. Ben coscienti che la guerra in Ucraina è oggettivamente persa, è ipotizzabile che piuttosto di far perdere la faccia alla NATO, abbiano deciso di tentare la strada del terrorismo. Dietro l’attentato al Crocus di Mosca, secondo la narrazione dei media mainstream, ci sarebbe l’ISIS, con tanto di rivendicazione sparata su tutte le prime pagine. Operazione che ritiene i lettori dei polli, ulteriormente indottrinati dai vari opinionisti sempre allineati con le veline della NATO e da un nugolo di esperti di affari internazionali che – guarda caso – lavorano in istituti che vivono di commesse di enti e istituzioni presidiate dagli amici di Schwab. Che sembrano dimenticare come il feroce dittatore Putin sia cresciuto nel KGB, e quindi costituisca un osso veramente duro per i servizi segreti di tutto il mondo.
Talmente duro da aver letteralmente sbaragliato da tempo la filiera di spie americane, inglesi, tedesche e francesi che albergavano nel corpaccione russo. Motivo per cui ci si è dovuti accontentare di raccattare degli sciagurati pronti ad uccidere per poche migliaia di dollari razzolando in giro per la provincia del Khorasan. Il fatto che si tratti di disperati dimostra che l’ISIS in quanto tale c’entra ben poco, perché i suoi veri adepti si muovono sempre come super-addestrati professionisti di corpi speciali. E spiega anche i plateali errori commessi nella fuga: non cambiare subito auto, non separarsi, non prendere direzioni diverse. A sentire i bene informati, hanno creduto alle promesse di trovare un rifugio sicuro in Ucraina purché arrivassero senza armi…(così da venire uccisi all’istante per eliminare testimoni imbarazzanti).
Davvero assurde le accuse alla polizia russa di averli lasciati andare lontano. Possibile non venga in mente che abbiano aspettato per vedere dove volevano arrivare? Il coro dell’Alleanza atlantica ritiene ridicole le accuse di coinvolgimento che il Cremlino sta rivolgendo a Gran Bretagna e Stati Uniti, ma resta il fatto che i servizi russi stanno risalendo sistematicamente lungo la filiera di arruolamento del commando tagiko. Omer Celik, portavoce del partito AK al governo in Turchia, ha affermato che “L’attentato terroristico in Russia non sarebbe potuto avvenire senza il supporto dell’Intelligence statale straniera”. Mentre l’ex ambasciatore indiano M.K. Bhadrakumar, con trent’anni di carriera diplomatica alle spalle, ritiene che “Dietro l’attentato di Mosca ci sono l’Ucraina, gli Stati Uniti e il Regno Unito”.
Per tornare al Deep State, ci sono altre ipotesi assai interessanti da prendere in considerazione. Così come sta avvenendo nella CIA, anche nel Deep State si stanno verificando importanti spaccature. Si sa che sta prendendo sempre più corpo una fazione convinta che Trump vincerà le elezioni di novembre, e quindi sanno di non potersi mettere contro di lui. Anzi. Per questo stanno collaborando alla definitiva demolizione della corona dei Windsor. I media mainstream cercano di convincerci che parlare di Kate Middleton sia un fatto che riguarda le cronache di gossip, ma quando si comincia a scoprire che dopo l’arresto del cantante Puff Daddy si sono scoperte foto di lui con Harry e Williams, la faccenda si fa più inquietante e pericolosa.
Di nuovo si torna a parlare del coinvolgimento del principe Andrea nei festini di Epstein con minorenni, per cui è facile accorgersi che il pentolone con tutto il marcio che pare nasconda non solo abusi sessuali ma anche sacrifici umani per fornire ai potenti sangue adrenalinizzato di poveri bambini torturati ad hoc, venga scoperchiato a comando e nei momenti ritenuti opportuni da chi ora è in grado di farlo, vale a dire il crescente numero di sostenitori di Trump tra magistrati e forze dell’ordine.
Quanto al Tycoon, molti osservatori confermano che a causa degli errori di Nethanyau a Gaza, gli elettori di origine araba e di religione musulmana stanno abbandonando il partito democratico per votare repubblicano. Senonché nessuno, letteralmente nessuno, è in grado di sapere quanti sono. Ma devono essere davvero tanti, quanto i discendenti degli schiavi arrivati in America, che erano musulmani per un motivo di carattere storico: Carlo V, Imperatore del Sacro Romano Impero, si era accorto che gli schiavi di religione musulmana potevano diventare pericolosi in quanto alfabetizzati, e di conseguenza diede ordine ai negrieri di dirottarli altrove, preferendo importare quelli analfabeti. Ecco perché gli schiavi musulmani arrivarono in massa in America, e adesso costituiscono una parte rilevante della popolazione. Giusto a titolo di esempio, molti famosi jazzisti musulmani avevano assunto un nuovo nome, come Art Blakey e Kenny Clarke.
In diversi Stati dell’Unione i ristoranti arabi spopolano, mentre tutti i movimenti per i diritti dei neri hanno radici culturali musulmane. Se ci aggiungiamo il voto dei giovani che stanno protestando in tutte le università per il genocidio in Palestina, i soldati che non hanno alcuna voglia di andare a combattere per l’Ucraina o essere coinvolti in altre guerre, e i semplici cittadini spaventati dall’ipotesi di un conflitto mondiale, si capisce come mentano sapendo di mentire i vari inviati tv che ammettono a denti stretti che forse Trump è “leggermente avanti nei sondaggi ma che Biden può ancora riprendersi”!
Figuriamoci poi se i tg hanno il coraggio di rilevare che mentre i missili di precisione russi colpiscono centri e uffici militari con sempre rare vittime civili, ogni bomba israeliana a Gaza fa decine di morti innocenti. Mentre siamo davvero sull’orlo di una guerra mondiale che potrebbe scoppiare grazie a una scintilla sempre più ricercata dai dr. Stranamore dei servizi guerrafondai, i media mainstream trattano l’argomento come se stessero giocando a Risiko in salotto. Ancora una volta è il caso di citare Flaiano: la situazione è disperata ma non seria.
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